La cura dei capelli: consigli e integratori

Prendiamoci cura dei capelli durante le mezze stagioni.

La maggior parte delle persone presta molta attenzione ai capelli e vive con un certo disagio o sofferenza il loro diradarsi, nonostante si sia tutti ben consapevoli che si tratti di un processo fisiologico.

Fisiologico, però, non vuol dire che non si possa o debba intervenire per contrastare o rallentare il fenomeno.

 

Il ciclo di vita del capello

Sulla nostra testa sono collocati un gran numero di capelli, da 120 a 300 mila: ognuno di questi è soggetto a un suo proprio ciclo vitale che prevede una fase di crescita, una di indebolimento e una di caduta.
Questo turn-over naturale avviene in media una ventina di volte durante la vita di una persona; ogni 2-4 anni negli uomini e 3-5 nelle donne.

Le tre distinte fasi che compongono ogni ciclo prendono il nome di:

  • fase Anagen: il capello è robusto e vitale, in condizione di crescita continua. Questa fase dura mediamente dai 3 ai 4 anni;
  • fase Catagen: il capello inizia ad indebolirsi rallentando il ritmo di crescita, per un periodo che va da 1 a 2 settimane;
  • fase Telogen: è la fase terminale della vita del capello che non presenta più attività vitale e cade, periodo che varia da 2 a 6 mesi.

Durante quest’ultima fase il follicolo pilifero viene spinto verso la superficie del cuoio capelluto da un nuovo capello in fase Anagen che reclama il suo spazio, e infine cade.

È importante sottolineare che ogni singolo capello segua un suo ciclo individuale, in modo asincrono rispetto agli altri; una peculiarità che assicura il mantenimento della capigliatura, dato che, in un soggetto sano, più dell’80% dei capelli si trova in fase Anagen, tra il 10 e il 15% è in Telogen e la minima parte, l’1%, in Catagen.

Stando così le cose, possiamo immaginare che la normale caduta di 30-100 capelli al giorno non ci crei particolari danni: mantenimento della capigliatura resta garantito, e così il solito aspetto alla persona.

 

Perché cadono i capelli?

Oltre ai processi normali e naturali – cosiddetti fisiologici -, possono però intervenire altri fattori che rischiano di risultare più o meno determinanti nello spostare questo stato di fragile equilibrio: dalla predisposizione genetica, più o meno favorevole, agli stili di vita che comprendono l’alimentazione, lo stress, l’esposizione a fattori ambientali negativi come l’inquinamento; o i raggi solari che stimolano la produzione di forti quantitativi di radicali liberi i quali a distanza di circa tre mesi, quindi giusto in autunno, determinano forte indebolimento del bulbo pilifero. Possono incidere anche i trattamenti farmacologici (chemioterapici in primis ma anche terapie cardiologiche e antiipertensive, antibiotici e antivirali, antidepressivi ecc…), e i trattamenti cosmetici adeguati o meno per il trattamento dei capelli.

Nei casi citati, può accadere che uno più stimoli stressanti portino l’organismo a rispondere con un meccanismo di adattamento, che per lui è favorevole, come la liberazione di sostanze endogene utili a fronteggiare la criticità. Queste sostanze, però, finiscono per danneggiare i capelli.

Si è visto, per esempio, come la liberazione di adrenalina e nor-adrenalina spingano verso la fase Telogen tanti più capelli di quanti sarebbe naturale, bloccando l’attività vitale e determinando uno spostamento del difficile equilibrio che sarebbe utile mantenere il più a lungo possibile.

Tutto questo ha evidenti ripercussioni soprattutto nei periodi dell’anno in cui si manifesta di più il fenomeno del ricambio: le cosiddette mezze stagioni, primavera e autunno. Fortunatamente i capelli, superata la fase critica stagionale, nella maggior parte dei casi riprendono il loro ciclo naturale. E quando invece non è così?

 

Quando perdere i capelli è una patologia

Possiamo distinguere tra un diradamento stagionale ed uno patologico: possiamo parlare di un’alopecia vera e propria quando il bilanciamento è fortemente sfavorevole e compaiono evidenti zone carenti sul cuoio capelluto.

L’alopecia è presente sia tra gli uomini che le donne, certamente molto maggiore nel primo caso, interessando nel corso della vita l’80% della popolazione maschile contro il 30% di quella femminile.

 

Gli integratori che aiutano i capelli

In caso di diradamento stagionale, più o meno intenso, il ricorso ad integratori può risultare molto utile. Sono numerosissimi i prodotti in commercio che comprendono diversi principi attivi, in formulazioni monocomponenti o in associazione tra loro; moltissimi presenti ovviamente presso le Farmacie Comunali di Ferrara.

Vale la pena ricordarne i principali:

  • la melannurca, una varietà di mela tipica delle regioni del sud, che contiene polifenoli naturali dal forte potere antiossidante che favoriscono la ricrescita del capello stimolando la fase Anagen, oltre a contrastare l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale;
  • il miglio, ricco di acido silicico, che riveste un ruolo importante nella formazione della cheratina, (proteina fondamentale della struttura della pelle, dei capelli e delle unghie, delle cartilagini e delle ossa);
  • la borraggine, perché rinforza il capello sfibrato e contrasta la produzione di sebo che tende a soffocare il bulbo pilifero e svolge un’importante funzione modulatoria della risposta infiammatoria grazie alla presenza dell’acido linoleico;
  • arginina e carnitina implicati nel metabolismo energetico cellulare, quindi utili per risvegliare l’attività dei follicoli.
  • il lievito di birra, ricco di vitamine del gruppo B, che tendono a fortificare la struttura pilifera;
  • la biotina, detta anche Vitamina H o B7, che interviene nella costruzione della cheratina e nel rinnovamento cellulare;
  • lo zinco, minerale di fondamentale importanza nei processi di crescita e riparazione dei capelli.

 

Dottor Gamberini Stefano
Farmacista presso AFM Farmacie Comunali Ferrara