Giornata mondiale contro il cancro: il Farmacista al tuo finaco.
Benvenuti cari lettori, come ogni anno il 4 febbraio in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale Contro il Cancro, momento di fondamentale importanza per sensibilizzare tutti alla prevenzione, alla diagnosi precoce e riflettere sull’impatto che il cancro inevitabilmente determina nella vita di chi ha la sfortuna di incontrarlo.
Questa giornata, istituita dalla Union International Cancer Control, ha l’obiettivo di promuovere iniziative volte a migliorare la qualità della vita dei malati e di chi li accompagna nel complesso percorso. È anche un’occasione per riflettere sui progressi della ricerca scientifica e sui risultati ottenuti grazie ai programmi di prevenzione.
Il tema del 2025: “Uniti insieme”
Il tema di quest’anno è racchiuso in una semplice e chiara definizione dalle mille sfaccettature, ‘UNITI INSIEME’, a voler sottolineare l’unicità della persona e della sua malattia, ma anche l’universalità della diagnosi, un’esperienza comune a molti. Il cancro può sconvolgere la vita, ma il modo in cui viene vissuto e affrontato è strettamente individuale. La medicina moderna, fortunatamente, tiene sempre più conto di questa unicità, adottando un approccio olistico che considera non solo la malattia, ma anche l’aspetto psicologico del paziente e il supporto a chi lo assiste, in questo percorso, spesso lungo e impegnativo.
Prevenzione e diagnosi precoce
Quando si affronta il tema della malattia oncologica, non si può non partire dalla prevenzione, che può efficacemente essere fatta attraverso l’adozione di un corretto stile di vita fin da giovanissimi, ma oggi anche grazie ai numerosi programmi di screening messi a disposizione dal Servizio Sanitario Nazionale; questi permettono di individuare un tumore nelle sue primissime fasi, aumentando in modo davvero significativo la percentuale di guarigione, di decorsi più brevi, di consentire terapie di minor impatto sull’organismo e maggiormente efficaci, quindi, di diminuire l’impatto della malattia oncologica sulla propria qualità di vita e migliorare la prognosi (che tradotto significa salvare la vita alle persone!).
È fondamentale rispondere agli inviti che ci vengono rivolti dalle nostre Asl, come quello relativo allo screening del tumore del colon-retto che invita tutti coloro di età compresa tra i 50-69 anni ad effettuare la ricerca del sangue occulto nelle feci (RSO). Grande e importante novità di questo 2025 è la graduale estensione dell’invito fino al 74esimo anno di età.
Ricordiamo poi il programma della diagnosi precoce per i tumori della mammella che prevede l’invito, attivo anche tramite fascicolo sanitario elettronico, a sottoporsi alla mammografia di controllo, una volta l’anno per le donne dai 45 ai 49 anni e ogni 2 anni per le donne dai 50 ai 74.
È bene ricordare che questi esami siano completamente gratuiti, non necessitino di prescrizione medica e siano rivolti sia alle residenti che alle domiciliate sul territorio, con qualche possibile differenza tra le diverse regioni.
Per quanto riguarda, invece i tumori del collo dell’utero, vengono proposti Pap test gratuiti ogni 3 anni per le donne dai 25- 29 anni e ogni 5 anni per le donne di età compresa tra 30-64 anni.
Infine, lo screening dell’Hpv test ogni 5 anni per le donne di età compresa tra 30-64, che permette di individuare eventuali infezioni sostenute da alcuni ceppi di Papilloma virus, responsabili di lesioni precancerose, consentendo così di intervenire prima che le cellule uterine passino dalla forma precancerosa a quella maligna conclamata.
Gli screening oncologici su piano nazionale riguardano i tumori che colpiscono ogni anno la popolazione in maggior percentuale. Tra le nuove diagnosi, il tumore alla mammella nella donna, della prostata nell’uomo, il tumore colon -retto, tumore del polmone, tumore della vescica, melanoma e tumore della tiroide (soprattutto nelle donne).
I dati contenuti nei Registri Tumori italiani ci indicano un costante aumento del numero di persone che vivono dopo una diagnosi di tumore, e dimostrano anche che la metà delle persone che si ammalano di tale malattia nel 2024 è destinata a guarire, avendo la stessa attesa di vita di chi non si è ammalato.
Un panorama molto confortante sostenuto dalla continua ricerca e dalle tecnologie sempre più sofisticate: in questi decenni, il progresso ha permesso di sviluppare tecniche chirurgiche sempre meno invasive, in grado di ridurre l’ospedalizzazione del paziente, consentendo un recupero funzionale più rapido ed una migliore predisposizione fisica alle eventuali terapie post-operatorie; ha consentito anche terapie sempre più personalizzate e cucite su misura su ogni singolo individuo che, a seconda del tipo di diagnosi, vanno dalla radioterapia, chemioterapia, terapie ormonali (nelle patologie ormoni -responsive), alle terapie biologiche e all’immunoterapia, e possono essere utilizzate sia singolarmente, che in combinazione.
Esistono effetti collaterali prodotti da queste terapie, che rappresentano ancora un problema: l’equipe oncologica supporta il paziente anche nella gestione di queste manifestazioni. La radioterapia, per esempio, ha effetti collaterali che possono essere acuti e reversibili entro poche
settimane dalla fine della terapia (riguardano cellule ad alto turnover come quelle cutanee e delle mucose e si manifestano ad esempio con radiodermiti, ustioni, eritemi etc.), oppure effetti tardivi che si potrebbero manifestare dopo mesi o anni e sono permanenti (ad es. neuropatie, cardiopatie, fibrosi di tessuti etc.)
La Chemioterapia, invece, è un trattamento costituito da cicli da uno o più giorni, in cui le sedute farmacologiche si intervallano a periodi di pausa. Il numero dei cicli varia in base alla patologia trattata ed alla tollerabilità del paziente alla terapia. Solitamente, per ridurre effetti collaterali come vomito, diarrea, stomatite, astenia etc. vengono fatti trattamenti complementari che permettano di affrontare al meglio il percorso di cura.
Un approccio di ultima generazione è quello di preparare il fisico a ricevere queste terapie per permettere al corpo di poterle tollerare meglio, e avere minore insorgenza di alcuni effetti collaterali. Un buon esempio è dato dal supporto dei probiotici, tenuto conto del ruolo protettivo e di barriera che rivesta la mucosa intestinale. L’utilizzo di integratori probiotici – prima e tra un ciclo di terapia e l’altro – permette di ottenere notevoli vantaggi, tra i quali la riduzione dei batteri patogeni come i Clostridi e L’E. Coli,la regressione della flora fungina, che, di conseguenza, riduce l’insorgenza di micosi del cavo orale e dell’apparato digerente, la riduzione della diarrea, e la stimolazione della difesa immunitaria legata all’integrità della mucosa intestinale.
La cura della pelle
Quando si comincia un percorso oncologico, quello che più spaventa nell’immaginario collettivo è l’inevitabile cambiamento del proprio aspetto, il non riuscire a “riconoscersi” nei propri tratti distintivi; senza dubbio una fonte di grande stress e sofferenza. Uno degli organi più colpiti è in effetti la pelle. Esiste infatti, un continuo scambio di informazioni ed emozioni tra pelle e cervello, nonché tra cervello ed altri organi, come l’apparato digerente ed il sistema immunitario: lo scambio di informazioni è bi-direzionale, significa che anche la pelle sia in grado di dare stimoli ed informazioni che potranno avere una valenza nella salute generale del corpo.
Ad oggi quindi nelle terapie oncologiche viene ricompresa la cura di sé come approccio che contribuisce positivamente alla riuscita della terapia. Per la pelle di un/una paziente con una malattia oncologica ci sarà un “ieri, oggi, domani” da prendere in considerazione nella routine cosmetica.
In terapia, e possibilmente anche successivamente, la detergenza quotidiana di viso e corpo necessita di prodotti con tensioattivi delicati e privi di profumo.
Per mantenere in salute la barriera cutanea fragilizzata a causa delle terapie, è fondamentale l’applicazione di creme idratanti e ricostituenti, con un massaggio delicato.
Le zone in cui la pelle ha un minor spessore (contorno occhi, collo) richiedono maggiore attenzione; scrub e peeling avranno il ‘semaforo rosso’ durante la terapia, e saranno eventualmente introducibili con gradualità nel momento libero da chemioterapici.
La scelta dei prodotti va sempre condotta con attenzione e con il supporto della figura di un farmacista specializzato in dermocosmesi, dove non sia presente una situazione patologica.
La cura dell’immagine si potrà continuare con un make-up personalizzato, con prodotti senza profumo, testati al nickel ed ai metalli pesanti, e dermatologicamente testati. Si consiglia l’applicazione con le mani pulite e/o con pennelli ad hoc che offriranno un risultato estetico perfetto. I pennelli andranno puliti con acqua tiepida e sapone neutro almeno una volta ogni 7/10 giorni per evitare contaminazione microbica.
Oggi, l’evoluzione dell’attività della farmacia tiene conto di queste importanti esigenze alle quali risponde con un migliore assortimento di prodotti, l’offerta di servizi specifici e personalizzati al paziente, personale specializzato e linee cosmetiche dermatologiche scelte con cura; un punto di riferimento, spesso proprio sotto casa.
Affidarsi sempre al medico
Può capitare che le persone affette da tumore vengano attratte da prodotti che promettono risultati “miracolosi”, relativamente agli effetti collaterali delle terapie oncologiche – quali stanchezza, perdita di appetito, di tono e di energie vitali -, durante il loro percorso relativo ai trattamenti chemioterapici e non solo, fortemente debilitanti.
Comprendendo comunque le più che legittime aspettative dei pazienti, non possiamo non raccomandare una certa cautela e prudenza riguardo al “fai da te”. Spesso, infatti, si crede erroneamente che integratori o altri prodotti di origine naturale siano innocui e che, nella peggiore delle ipotesi “non facciano niente, ma nemmeno male”. La scelta di assumere prodotti di questo tipo va sempre concordata col proprio oncologo, o il proprio medico curante, che conosce a fondo la storia clinica ed è l’unico in grado di consigliare al meglio. A puro titolo di esempio, ricordiamo che esistono tantissimi prodotti naturali, fitoterapici, a cui bisogna prestare molta attenzione per via di possibili interazioni e conseguente riduzione dell’efficacia della terapia in corso; tra i più noti troviamo quelli che riguardano prodotti a base di isoflavoni di soia, i quali, presentando un’attività estrogenico-simile tendono a contrastare l’effetto di certi farmaci usati nel trattamento del carcinoma mammario. In virtù dei loro effetti antiossidanti, anche l’uso di CoQ10, VIT B6, GLUTATIONE, VIT E, contenuti in molti fitoterapici utilizzati per contrastare astenia e affaticamento, possono ridurre l’efficacia di alcuni farmaci che devono la loro azione proprio alla formazione di radicali liberi dell’ossigeno che danneggiano la cellula tumorale. Ci sono sicuramente approcci più sicuri per mettere il nostro corpo e la nostra mente nelle condizioni migliori per affrontare i difficili passaggi della malattia e terapia oncologica. Senza entrare nel merito, ci limitiamo semplicemente a ribadire la necessità di affidarsi al proprio medico e a conservare quei momenti che aiutano il nostro corpo e la nostra mente a riappropriarsi delle proprie sensazioni positive; la meditazione, lo yoga, lunghe passeggiate e, più in generale, il movimento sono attività sicuramente efficaci anche nei confronti dell’affaticamento cronico, la stanchezza e per contrastare lo stato infiammatorio che si genera in queste situazioni.
Concludendo, vogliamo ricordare una frase che da Farmaciste abbiamo ritenuto possa descrivere appieno il cammino delle persone che stanno affrontando una malattia oncologica: ‘La tua malattia non ti definisce. La forza e il coraggio sì’.
Dott.sse Borgatti Beatrice, Cecere Nicoletta e Guerzoni Sara
Farmaciste presso AFM Farmacie Comunali Ferrara